RECENSIONE: AIDAN/TÉMNO – DANIELA FABOZZI

AIDAN - TÉMNO

Aidan

 Témno (Red Sound Records – 2015)

Un EP di quattro pezzi dark ambient con improvvisi picchi di post-metal effetto “rollercoaster”. Ecco il ritorno dei padovani Aidan dopo l’esordio con The Relation Between Brain and Behaviour che ha riscosso un mite successo. Il loro nuovo lavoro è però differente dal primo album perché sonoc presenti molti più contrasti anche all’interno di una stessa traccia. L’EP si prende 3 minuti e mezzo d’introduzione con suoni ambient-shoegaze e timbri celtici dal titolo Levnad. Cambio di scena con Negazione dell’appartenenza/Appartenenza alla negazione che dopo due minuti necessari per il rodaggio ci catapulta in uno scenario post-metal con intervalli di quiete apparente. Dalla cupa linea melodica de Il terzo escluso emerge parte di un dialogo sul legame tra bellezza ed opera d’arte tratto da Morte a Venezia di Luchino Visconti. Il dialogo si trascina e riemerge anche nell’ultima traccia, il cui titolo Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica è un chiaro ed ulteriore omaggio al film di Visconti essendo anche questa una frase tratta da un dialogo del film. Per riassumere quindi in questo EP c’è una fusione tra ambient e metal dalle sonorità dark e stile colonna sonora per un nuovo film di Dario Argento.


Musicisti:  Michael Pacella: batteria e sintetizzatori –  Davide Storto: chitarra –  Vittorio Marini: chitarra –  Luca Briganti: basso – Stefano Maro: basso (ex membro che però ha suonato nell’EP)


Brani: Levnad / Negazione dell’appartenenza/Appartenenza alla negazione / Il terzo escluso / Ora puoi scendere nella fossa insieme alla tua musica


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