Editoriale – 14 luglio – Ivano Rossato

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Poche cose hanno attraversato l’intera mi vita fin’ora. La musica, alcuni preziosissimi affetti e altri rari pilastri. C’è però un tema onnipresente che in 40 anni è rimasto tristemente attuale nella mia vita di lettore: il cosiddetto “conflitto israelo-palestinese”. Per almeno 3 decadi ho letto di questo tema e la sensazione, oggi, è quella che nulla sia cambiato e che anzi tutto si stia progressivamente e inesorabilmente cristallizzando. Al terrificante (e illusorio) senso di inevitabilità si mescola un ben più sconfortante senso d’impotenza per il cittadino comune (almeno per quelli parzialmente risvegliati dal letargo…) che ritengo sia giusto esorcizzare con forse l’unica iniziativa individuale che, su larga scala, otterrebbe dei risultati tangibili: informarsi.

Naturalmente la mia posizione su questo conflitto è ormai chiara e netta ma questo post non vuole essere una televendita per convincere qualcuno. Come ho già avuto modo di esprimere su questo blog in passato, spesso la soluzione a problemi di questa portata è inconfutabilmente complessa, tuttavia la spiegazione delle cause e delle responsabilità è estremamente semplice e lineare. Ed è questa semplicità che invito a ritrovare nel provare a farsi un’opinione, riprendendo le fila della storia a partire dalla fine del XIX secolo e ripercorrendo con calma tutti i passi che hanno fatto scivolare quella zona geografica (e il mondo intero) nella situazione in cui si trova oggi. Siamo nel 2014, e informarsi ormai è semplice, veloce ed economico, un diritto di tutti e, a mio parere e per alcuni temi, un dovere morale e civile.

Semplicità. Come quella che caratterizza il video sottostante che ho recuperato sui social che è stato ideato dalla cartonista americana Nina Paley.

Solo una delle mille forme per leggere e rileggere il conflitto israelo-palestinese.

Semplicità.

 

Buona settimana!